Aveva infiammato il dibattito politico e provocato profonde spaccature in maggioranza il “caso” Pusceddu, l’ex dirigente del comune di Anzio andato in pensione a settembre e finito sotto i riflettori perché l’Inps aveva detto a chiare lettere che all’appello mancavano ancora 8 mesi di lavoro. Oggi, a fare chiarezza, e a mettere la parola fine alla vicenda è stato proprio l’ente che eroga la pensione il quale, dopo l’incontro con il sindaco Luciano Bruschini, ha fatto recapitare una missiva a Franco Pusceddu e al Comune con la quale comunica di non poter accogliere l’istanza dell’ex manager della Ragioneria generale poiché “non ricorrono le condizioni per l’accesso al trattamento pensionistico, l’anzianità contributiva maturata è pari a 42 anni, 2 mesi e 17 giorni“. Anziché 42 anni e 10 mesi. Eccoli lì gli otto mesi che mancano, per i quali l’ex dirigente si è ritrovato nella posizione di dover lavorare ancora. Nessun accenno, però, al fatto che l’Amministrazione comunale debba riassorbire Pusceddu che tra l’altro ha presentato un ricorso urgente per veder rispettati i suoi diritti.
Ad andare giù pesante, ancora una volta, è Paride Tulli segretario locale del Psdi che commenta gli ultimi infuocati giorni a Villa Sarsina che hanno visto contrapposti da una parte i consiglieri comunali che spingevano per far approvare immediatamente la delibera di Giunta per ricollocare Pusceddu e chi, per contro, sosteneva che non c’è obbligo alcuno da parte del Comune. “Finalmente conosciamo il testo integrale della lettera dell’Inps indirizzata a Franco Pusceddu e al comune di Anzio senza travisamenti di ricorsi e interpretazioni di parte – commenta Tulli – nel quale non ci sono né inviti al Comune per la sua riassunzione né altre prescrizioni a suo carico. Pertanto non si capisce perché giovedì, in giunta, è andato in scena l’ennesimo psicodramma del sindaco Bruschini teso al reintegro di Pusceddu nonostante la contrarietà di mezza giunta e della segretaria comunale, Marina Inches. Questa ultima era alquanto alterata nei confronti di Pusceddu, dopo la notifica del ricorso presentato al magistrato nel quale viene dipinta come la principale responsabile della sua ‘dipartita’ lavorativa dal momento che ha indetto il concorso che ha portato il dottor Belli a ‘scippare’ il posto all’ex dirigente della Ragioneria. Non capiamo il filo logico dell’accusa in quanto Pusceddu aveva firmato le sue dimissioni in agosto con tanto di presa d’atto della responsabile del personale. Lo stesso Inps -prosegue il segretario Psdi – indica la data del 31 agosto come termine lavorativo di Pusceddu, in seguito ad alla sua domanda pensionistica presentata addirittura il 30 maggio. Pertanto, preso atto che neanche Pusceddu ha il dono di poter essere contemporaneamente pensionato e dipendente dello stesso ente aspettiamo con ansia, senza perdere l’appetito però, la sentenza del giudice nel prossimo dicembre. Nel contempo invitiamo il Sindaco ad occuparsi con altrettanta caparbietà a risolvere qualcuno dei problemi enormi che affliggono la nostra città a distanza dei 18 mesi che ci separano dalle prossime elezioni“.