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Porto, gli ormeggiatori impugnano l’ordinanza di sgombero

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La decisione presa dopo aver atteso invano una proposta di accordo da parte di Comune e Capo d’Anzio

Le due cooperative di ormeggiatori operanti sul molo Pamphili del porto di Anzio hanno deciso di impugnare davanti al Tar del Lazio l’ordinanza del sindaco Luciano Bruschini che intimava loro di rilasciare le aree che occupano nel bacino portuale entro il 21 aprile. La decisione è arrivata dopo aver atteso, invano, una proposta dal Comune e dalla Capo d’Anzio per risolvere l’annosa questione del loro lavoro e del subentro da parte della nuova concessionaria.

“Le cooperative sono state costrette a impugnare l’atto – dice uno dei legali che assistono gli ormeggiatori – proprio perché siamo arrivati al termine ultimo indicato sull’ordinanza per liberare le aree. Se lo avessimo fatto scadere non avremmo potuto più andare al Tar. Nell’incontro avuto nel periodo di Pasqua con Comune e Capo d’Anzio era stato detto agli ormeggiatori che avrebbero ricevuto entro pochi giorni una proposta migliorativa in merito alla possibilità di svolgere un service per conto della società ma non è arrivato mai nulla. E a questo punto appare inevitabile procedere anche all’appello al Consiglio di Stato in merito alla sentenza del Tar dello scorso dicembre”.

In atto sembra esserci l’ennesima escalation di tensione tra le parti, dopo che nelle scorse settimane l’accordo sembrava essere a un passo. Andare avanti con la querelle giudiziaria, d’altronde, non conviene a nessuno. Eppure gli ormeggiatori sono convinti di avere dalla loro elementi importanti per convincere la giustizia amministrativa a fermare la Capo d’Anzio e il Comune.

“Secondo noi ci sono elementi per presentare questo ricorso contro l’ordinanza del Sindaco sicuramente di natura procedurale – conclude il legale – fermi restando gli aspetti di natura sostanziale su cui il Tar non si è mai pronunciato. La sentenza di dicembre ha detto che l’appello è arrivato in ritardo sostenendo che si poteva dedurre una sorta di acquiescenza degli ormeggiatori, ma bisogna ricordare che all’epoca c’era un accordo che li garantiva fino al termine dei lavori. E non dimentichiamo che la concessione demaniale è stata rilasciata alla Capo d’Anzio per costruire il porto e poi gestirlo, qui invece si vuole prima gestire cacciando chi già ci lavora da trent’anni e poi, forse, costruire. Questo non vuol dire che gli ormeggiatori non vogliono dialogare e trovare una soluzione transattiva. Però non possono nemmeno rinunciare a tutelare i loro interessi”.