Dopo sei ore di ricerche, gli uomini della squadra Squadra Mobile di Roma, coordinate dalla Procura della Repubblica presso la Corte D’Appello di Roma, hanno ammanettato Bernardo Sparapano, legato a famiglie di spicco della camorra e dedito al traffico internazionale di droga. La cattura è avvenuta in un campo vicino alla sua villa, situata a Tre Cancelli
La vasta operazione condotta sabato pomeriggio dalla squadra mobile di Roma tra via dei Frati e Canale, a Nettuno, perlustrate in lungo e in largo e che ha visto l’impiego di oltre trenta uomini ha dato i suoi frutti: è finito in manette Bernardo Sparapano, 55enne romano, ricercato da più di tre anni poiché colpito da condanna, definitiva, emessa dalla Procura generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma, alla pena di reclusione di 8 anni. Come si evince dal video allegato, il latitante, all’atto dell’irruzione, ha cercato di rifugiarsi in mezzo ad alcuni rovi, in un campo antistante la sua villa ma i cani della squadra cinofila, dopo oltre sei ore di ricerche, sono riusciti ad individuarlo e a farlo uscire allo scoperto.
L’indagine investigativa rientra in quella, a grande raggio, partita nel 1997 quando la Polizia avviò un’indagine per sgominare una banda dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Tra coloro che finirono nel mirino della Questura di Roma, anche Sparapano, accusato di aver organizzato, insieme ad altri soggetti, un’associazione per delinquere, con ramificazioni anche in Marocco e Spagna, finalizzata all’importazione nel territorio dello Stato di ingenti quantitativi di hashish. In particolare la droga veniva prelevata in Marocco e trasportata, a bordo di natanti nel nostro paese, per essere immessa nel mercato dello spaccio. Tra i promotori del clan, insieme al cinquantacinquenne romano, anche un killer di spicco del clan camorrista dei Di Lauro, Raffaele Amato, che aveva messo in piedi una vera e propria holding criminale in azione nei quartieri di Secondigliano, Scampia e Napoli con espansioni in tutt’Italia e all’estero. Secondo le indagini condotte dalla squadra mobile della Questura di Roma, lo Sparapano, oltre che affiliarsi a Di Lauro, si era legato ad altri personaggi di spicco della malavita organizzata romana, in particolare aveva stretto rapporti con la Banda della Marranella, dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, e in seguito anche con la camorra napoletana, consolidando i legami con le famiglie Senese e Carlino. Individuato dalla Polizia già nel ’90 nell’ambito dell’operazione Tridente, l’uomo era ricercato dal 2013. Nessuna traccia fino al gennaio scorso, quando a seguito di intensi servizi di appostamento e ricerche, il latitante era stato individuato a Nettuno: gli uomini della squadra Catturandi della prima sezione della Squadra Mobile romana, coordinate dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte D’Appello di Roma, d’intesa con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, hanno così organizzato la cattura, avvenuta sabato pomeriggio nella villa dove Sparapano risiedeva da qualche tempo, situata a Tre Cancelli/Piscina. L’operazione ha visto l’impiego degli operatori della Squadra Mobile, coadiuvati dal Servizio Centrale Operativo, della Polizia Scientifica e delle unità cinofile che hanno permesso di rintracciare il ricercato all’esterno del muro di cinta dell’abitazione, nascosto in mezzo a un ammasso di rovi, dove aveva cercato di rifugiarsi all’atto dell’irruzione. Scoperto, all’uomo non è rimasto altro che uscire allo scoperto e farsi arrestare. Nella sua villa sono stati trovati sei covi, abilmente nascosti dai mobili, dove Sparapano celava lo stupefacente.