Alla c.a. del direttore de Il Granchio, Ivo Iannozzi
Rispetto all’editoriale pubblicato sull’ultimo numero de Il Granchio, in cui viene affermato che il sottoscritto avrebbe “minacciato la crisi se non fosse stata modificata la mozione bipartisan” è doveroso precisare che non ho mai – dico mai – espresso tale affermazione né in pubblico né tantomeno in privato. Inoltre, non ho mai parlato del problema con nessuno – dico nessuno -, né in maggioranza e né in opposizione, non ho mai chiesto nulla a nessuno – dico nessuno – e di essere stato all’oscuro di quanto succedeva compresi “documenti e documentini”. Non ho chiesto né ritiri, né nuovi documenti, né rielaborazioni di documenti esistenti. Al contrario, fermo restando che anche io posso al pari di tutti, Assessori firmatari compresi, esprimere un pensiero, il documento presentato poteva, in sede collegiale, essere migliorato con l’aggiunta di qualche altro punto. Ad esempio l’incoerenza del PD locale che è contro la linea Renzi e Zingaretti a favore dell’innovazione anche quella riguardante la produzione di energia con processi a caldo, così come il ciclo dei rifiuti in ambito territoriale ottimale di cui Anzio fa parte obbligatoriamente, insieme ad altri otto Comuni dell’ex Provincia di Roma. La stessa incoerenza del Movimento Cinque Stelle che nella Città di Parma ha fatto realizzare un inceneritore e quella dell’opposizione di centrodestra locale che oggi chiede modifiche regolamentari sapendo benissimo che i regolamenti non possono superare i dettami delle Leggi e che se si fosse voluto veramente evitare il tutto sarebbe bastato eliminare le zone industriali e lasciarle agricole al momento dell’approvazione del Piano Regolatore Generale della Città. Forse, in quel momento, loro hanno pensato che l’industria poteva portare occupazione mentre l’agricoltura no.
Chi lo sa? Io non c’ero a votare! Bisogna essere coerenti e non faziosi.
Il progetto del piccolo impianto industriale è stato elaborato nel rispetto delle leggi dello Stato, della Regione Lazio e delle norme che regolano il Piano Regolatore della Città di Anzio, non conoscendo l’esistenza di un altro progetto analogo. Il fatto che mio figlio, ingegnere, lo abbia progettato non significa nulla se non che, al pari di imprenditori consiglieri, progettisti consiglieri e artigiani consiglieri, tutto compreso può esercitare liberamente la sua professione al pari di tutti gli altri non consiglieri.
A qualche cretino rispondo che nella mia vita non ho mai sponsorizzato niente e nessuno, anzi ho sponsorizzato lui a metà degli anni 80 quando venne trasferito dalle montagne a lavorare nel Comune di Anzio con beneficio della famiglia, “figli illuminati compresi”.
Il Vicesindaco di Anzio, Giorgio Zucchini
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Apprendiamo che la scorsa settimana, sulla questione delle centrali biogas, il vicesindaco di Anzio non ha messo bocca (lo dicono le sei congiunzioni negative in sei righe). Ne prendiamo atto. Mettendo da parte i riferimenti polemici alle politiche energetiche nazionali di Pd e Movimento 5 Stelle e al nuovo piano regolatore cittadino che si è limitato a riconfermare come sito industriale la zona di Padiglione, ad Anzio resta un fatto inoppugnabile: la volontà dell’amministrazione comunale di centrodestra di autorizzare la realizzazione di due impianti biogas Padiglione e alla Spadellata; per altro l’impianto che interessa questa ultima zona ha già incassato i pareri favorevoli della Regione Lazio e quello dell’assessore all’Ambiente (?) Patrizio Placidi che si è espresso a favore nella Conferenza dei servizi sulla Spadellata. Dell’impianto della Spadellata si è avuta notizia solo a novembre e si è poi appreso che l’iter era partito addirittura nel 2012. Possibile che il vicesindaco Zucchini non ne sapesse nulla? Possibile che non ne sapesse nulla nemmeno il sindaco Luciano Bruschini? Possibile che l’assessore Placidi – che la scorsa settimana con una spettacolare giravolta ha votato a favore della mozione contraria alle due centrali – non li abbia informati dell’impianto della Spadellata? O magari, passato questo impianto, si è pensato che era possibile autorizzarne un altro, ossia quello di Padiglione? Sono tante le domande che mercoledì, in consiglio comunale, aspettano una risposta chiara. E se emergerà la volontà di autorizzare la realizzazione degli impianti biogas altamente impattanti sotto il profilo ambientale, sindaco, Giunta e maggioranza ne risponderanno ai cittadini.
In ultimo il vicesindaco Zucchini difende giustamente la professionalità del figlio che ha progettato l’impianto di Padiglione. Lungi da noi pensare che il figlio non debba lavorare. Il problema è di opportunità: progettare una centrale biogas da realizzarsi in un Comune nel quale il papà è vicesindaco oltre che inopportuno rappresenta anche un chiaro conflitto di interessi, dal quale è poi difficile uscire: per quanto ci riguarda moglie, figli, fratelli e sorelle di un sindaco o di un assessore non dovrebbero chiedere nemmeno un bicchiere di acqua o un minimo supporto nel periodo di governo del proprio congiunto.